La Retinopatia diabetica (RD) è una complicanza oculare grave e frequente del diabete. Il diabete è una malattia sistemica cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. Esistono due tipi di diabete:
TIPO I (diabete insulino-dipendente): riguarda circa il 10% delle persone affette da diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. In questa forma di diabete il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone pertanto per controllare la malattia è necessario somministrare insulina per via sottocutanea.
TIPO II (diabete non insulino- dipendente): è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni. L’occhio è l’organo più frequentemente colpito dal diabete. L’iperglicemia infatti danneggia tutti i vasi sanguigni dell’organismo ma in particolar modo quelli più piccoli, i cosidetti capillari, tra cui quelli retinici.
La RD può insorgere in qualsiasi forma di diabete e in qualsiasi momento del suo decorso. E’ possibile che una persona scopra di essere diabetica nel corso di una visita oculistica proprio perché si rileva una retinopatia diabetica. Tuttavia il principale fattore di rischio è la durata della malattia, nel senso che quanto più tempo si soffre di diabete tanto più alto è il rischio di avere anche una retinopatia. In Italia circa due pazienti diabetici su tre, dopo venti anni di malattia, sono affetti da RD. Un altro fattore di rischio importante è il controllo metabolico del diabete: uno stretto controllo della glicemia infatti può prevenire la RD o ritardarne la sua comparsa.
La RETINOPATIA DIABETICA NON PROLIFERANTE (RDNP): i capillari retinici alterati presentano zone di indebolimento con dilatazione della parete (microaneurismi). Questi vasi possono sanguinare determinando la comparsa di emorragie intraretiniche. Sucessivamente, a causa dell’essudazione di liquido da questi vasi, può comparire edema retinico. In questo stadio della malattia è proprio l’edema maculare la principale causa di riduzione del visus.
La RETINOPATIA DIABETICA PROLIFERANTE (RDP): è la forma più grave di RD. Quando i capillari retinici occlusi sono numerosi, il tessuto retinico ischemico elabora dei fattori di crescita angiogenetici (VEGF) nel tentativo di rivascolarizzare la retina. Questi neovasi crescono in modo caotico sulla retina e poiché sono molto fragili, possono sanguinare facilmente dando luogo a emorragie vitreali e alla formazione di tessuto cicatriziale che contraendosi può causare distacco di retina.
La terapia della retinopatia diabetica riguarda il trattamento dell’edema maculare tipico della forma non proliferante e delle aree ischemiche che sono prerogativa della forma proliferante.
L’edema maculare diabetico continua ad essere nel mondo occidentale causa frequente di calo del visus e riduzione nella qualità della vita relativa alla visione.
E’ stato dimostrato che il controllo dei fattori di rischio è essenziale in una migliore gestione dell’edema maculare: tra questi naturalmente il controllo della glicemia ha dimostrato a 5 anni una riduzione del 79% nella progressione della retinopatia diabetica e del 54% a 10 anni. Altri dati riguardano l’abbassamento del livello di grassi nel sangue che è utile anche per ridurre il rischio di mortalità da cardiopatia. E’ stata dimostrata inoltre una relazione fra alti livelli di colesterolo ematico ed edema maculare clinicamente significativo. In Gran Bretagna un’abbassamento di 10 mm hg della pressione sistolica ha comportato una riduzione del rischio di peggioramento della retinopatia diabetica del 34%. Negli ultimi 20 anni la terapia standard dell’edema maculare diabetico era rappresentato dal trattamento laser di tipo focale cioè sulle zone localizzate di edema direttamente collegate alla presenza di microaneurismi oppure a griglia quando l’edema è diffuso su tutto l’ambito della regione maculare.
Nel 2010 sono comparsi i primi studi sull’uso di farmaci anti VEGF come Lucentis ed Avastin nella terapia dell’edema maculare diabetico che hanno dimostrato superiorità nel miglioramento dell’acuità visiva rispetto al trattamento laser tradizionale sia da soli che in associazione alla laser terapia.
La terapia della retinopatia diabetica proliferante consiste essenzialmente nel trattamento laser delle zone di retina ischemiche, cioè prive di vascolarizzazione; queste aree, se non trattate, possono complicarsi sanguinando o anche esercitare trazione sulla retina determinandone il distacco.
Il trattamento laser è definito profilattico proprio perché evita la comparsa di complicanze che potrebbero anche pregiudicare la capacità visiva dell’occhio interessato. Il raggio laser, messo a fuoco sulla retina, determina una “bruciatura” del tessuto con sua distruzione e successiva cicatrizzazione. Il laser, quindi, non guarisce né rigenera la retina malata, ma semplicemente la ustiona. In questo modo, però, si cerca di bloccare la progressione della malattia. Il laser non offre la vista perduta, cercando di mantenere quella che si possiede.
La terapia chirurgica viene attuata nelle fasi avanzate quando si sono formate emorragie che invadono il vitreo oppure si è creato un distacco di retina. In questi casi la vitrectomia (rimozione del vitreo con sua sostituzione con sostanze trasparenti e tamponanti, come gas o olio di silicone) può offrire una buona funzionalità visiva.
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